BARI – CNF 22-24 NOVEMBRE XXXI CONGRESSO NAZIONALE FORENSE

Mascherin: “Dal Congresso forense dovranno uscire proposte per i cittadini. Il paese deve recuperare il senso di solidarietà. La riforma forense restituisce l’avvocatura al suo ruolo di forza propulsiva all’interno della società”.
Tra qualche giorno a Bari si terrà il XXXI Congresso nazionale forense (22-24 Novembre).
In una intervista pubblicata sul sito del Cnf, il consigliere segretario Andrea Mascherin tocca a tutto campo tutte le questioni aperte: il recupero della dignità della categoria tramite la riforma forense, il ripristino della correttezza istituzionale, il rilancio di riforme di sistema basate sui principi costituzionali e non sulla legge del più forte.

Domanda. Giovedì prossimo inizia il congresso forense a Bari. Quali sono le aspettative?
Risposta. Il Congresso è l’occasione per una analisi che deve essere concentrata sul ruolo dell’avvocatura in questa società, in questo momento di crisi dell’economia, ma anche di valori. E’ importante che dal congresso escano proposte degli avvocati per i cittadini, per un recupero di un sistema di convivenza rispettoso della solidarietà, non basato sulla legge del più forte o sul censo, e questo ovviamente significa anche garantire un corretto ed efficiente funzionamento della macchina della giustizia.

Domanda. Quale può essere il ruolo dell’avvocatura in un momento così difficile qual è quello attuale?
Risposta. E’ necessario che l’avvocatura non ripieghi su se stessa ma si proietti all’esterno, forte della sua tradizione. L’avvocatura è l’ultima professione con profonde radici umanistiche, ed è la professione liberale che ha nel proprio DNA l’esigenza di libertà, autonomia, indipendenza, senza questi valori non vi sarà più chi garantirà un accesso alla giustizia come diritto naturale, ma ci si ridurrà ad una giustizia riservata ai pochi che possono permettersela.

Domanda. Come è possibile recuperare i valori quando la grave crisi ha investito anche l’avvocatura?
Risposta. La crisi ha investito in maniera drammatica la categoria, senza che i governi di turno abbiano mai considerato come il libero professionista non pesi sullo Stato, a cui dà solamente, senza nulla ricevere. Gli avvocati si pagano la pensione, pagano i dipendenti, formano a proprie spese i giovani, non godono di alcun sussidio pubblico, se si ammalano non hanno supporti: sono tutti problemi loro

Domanda. Spesso gli avvocati lamentano la disattenzione dei Media, che spesso tacciano l’avvocatura di lobby.
Risposta. Il rapporto con i media non è facile, l’avvocatura non possiede testate, né può contare su sponsorizzazioni della TV pubblica, come accaduto in una recente puntata di Bruno Vespa, che ha magnificato l’istituto della mediazione obbligatoria, cosa legittima, ed attaccato gli avvocati, cosa vergognosa.

Domanda. Il CNF ha inviato a Vespa ed alle agenzie di stampa una nota molto dura.
Risposta. Ancora una volta siamo dovuti intervenire per ristabilire la correttezza dei rapporti e della comunicazione. Non possiamo non considerare, tra l’altro, che la moglie di Bruno Vespa era capo dell’ufficio legislativo del ministero della giustizia, ed ha personalmente curato il disegno dell’istituto della mediazione obbligatoria. Forse, nell’intervenire contro gli avvocati, Bruno Vespa avrebbe dovuto precisarlo.

Domanda. A proposito di opinioni: la riforma professionale, attualmente in commissione giustizia al senato, è stata ed è oggetto di continui attacchi da parte di Confindustria, dell’Antitrust, di società di recupero credito, di opinionisti schierati e poteri economici forti in genere…
Risposta: Vuol dire che è una legge che dà loro fastidio. E se dà fastidio a loro, ci sarà un perché…

Domanda. Quali sono i motivi principali per i quali il Cnf considera il testo un buona legge?
Risposta. In questo momento l’avvocatura è disciplinata da regolamenti governativi, attraverso una tecnica di delegificazione. Il che è di per sé inaccettabile: a nessuno verrebbe in mente di “delegificare” la magistratura. La riforma dunque afferma questo principio di pari dignità dal punto di vista delle fonti normative.

Domanda. Nel merito?
Risposta. Si leggano i primi articoli: affermano espressamente il ruolo irrinunciabile dell’avvocato nella tutela dei diritti fondamentali e nel corretto esercizio della giurisdizione, riconoscono l’inviolabilità dei principi di libertà, autonomia e indipendenza, oltre che del segreto professionale, riconoscono la centralità della deontologia, tutti principi oggetto di continui attacchi da parte dei poteri forti, che vogliono rendere l’avvocato loro dipendente, altro che libero e autonomo. Poi vi sono norme importanti, come l’esclusione del socio di capitale non avvocato. La motivazione della stessa legge, all’articolo 5, è di grande significato. Cito: “in considerazione della rilevanza costituzionale del diritto di difesa”. Lo stesso articolo esclude espressamente che l’attività forense costituisca attività d’impresa, altra grande battaglia dell’avvocatura. E’ importante anche la previsione del giuramento davanti ai Consigli dell’Ordine, con cerimonia pubblica e solenne, non più davanti ai magistrati con cerimonia svogliata e mal sopportata. La riforma poi parla di riconoscimento del merito, di qualificazione, di specializzazione, di parametri meglio adeguati alla specificità forense, con una più ragionevole disciplina del preventivo, ben disciplina la pubblicità, che può essere solo informativa; ben disegna un ruolo di interesse pubblico per gli Ordini; tutela l’equilibrio di genere nelle istituzioni forensi; esclude qualsiasi possibilità di richiamo al reddito nella valutazione dell’esercizio continuativo della professione; e altro ancora.

Domanda. Cosa prevede esattamente la riforma sulla consulenza stragiudiziale?
Risposta. Non possiamo assolutamente parlare di una riserva “compiuta”, ma anche qui si introduce almeno un principio di competenza in materia di consulenza stragiudiziale, che prima non c’era. Nessuno di noi pensa si tratti di una legge perfetta,o di una legge che risolva tutti i problemi dei giovani, o di una legge che risolva i problemi legati alla crisi economica. Però è una legge che introduce e riconosce per fonte primaria, e si badi che questa è assoluta novità, i principi da tempo sotto l’attacco di chi cerca di asservire l’avvocatura all’economia e ai banchieri. Da queste basi poi dovrà proseguire un cammino di ulteriore ammodernamento, con normative specifiche su alcuni temi.

Domanda. Dunque è fondamentale approvarla…
Risposta. Perdere l’occasione sarebbe imperdonabile. Sappiamo bene tutti come la legislatura sia più che mai agli sgoccioli, dunque vi sono solo pochi giorni ancora a disposizione. Nessuno, compresi i politici, può dire di non sapere che non vi è il tempo per ulteriori navette parlamentari, Perdere l’occasione vorrebbe dire essere regolati, ora e per il futuro, non più con legge parlamentare, ma secondo “ i capricci regolamentari” del ministro di turno, vorrebbe dire consegnarsi ai banchieri e alla legge del più forte, vorrebbe dire dare ragione a Bruno Vespa e a chi la pensa come lui sugli avvocati e sulla loro funzione. Questo il CNF non lo permetterà mai, e si impegnerà fino in fondo perché ciò non avvenga. Non da solo, ma assieme agli Ordini e alle associazioni.

Domanda. Vi sono componenti dell’avvocatura che però avanzano critiche….
Risposta. Ogni posizione è legittima e, aggiungo, alcune specifiche osservazioni sono condivisibili. Ma qui bisogna scegliere: essere delegificati con un sistema regolamentare ideato per le materie minori oppure pretendere di essere regolati con legge, nel rispetto di ciò che siamo cioè i custodi dei diritti fondamentali dei cittadini. Si tratta di scegliere se perdere il diritto all’autonomia e all’indipendenza, alla dignità e al decoro, o se riaffermarli con normativa speciale, dedicata agli avvocati; di decidere se diventare o no dipendenti di chi mette il capitale nelle società, chiunque esso sia, ecc… Vorrei peraltro segnalare un paradosso: è in dirittura di arrivo la legge in materia di professioni non ordinistiche, tra cui alcune incidono nell’area dei servizi legali, quindi rischiamo di avere gli avvocati normati con regolamento, e professioni non ordinistiche, anche d’area, normate con legge dello Stato! Insomma il CNF non ha dubbi sulla necessità di avere la legge ora, e si assume tutte le responsabilità della propria scelta.

Domanda. Il Cnf ha formalizzato i ricorsi contro i parametri e il regolamento sulle professioni. Una decisione “pesante”…
Risposta. Abbiamo da tempo interessato il governo a modificare i parametri fornendo osservazioni tecniche precise, che poi sono alla base del ricorso. I parametri, come concepiti, sono insultanti. Auspichiamo che prima del congresso il ministro della giustizia, già avvocato, accolga le nostre osservazioni. Il CNF sarà assolutamente lieto di abbandonare i ricorsi presentati se la legge sarà approvata e dunque prevarrà come fonte sui regolamenti e se verranno ripensati i parametri. Così come deve essere ripensato il metodo usato per la razionalizzazione della geografia giudiziaria. Riforme epocali non devono tradursi in errori epocali, che pagherebbero i cittadini, non gli avvocati.