Con questo breve romanzo lo scrittore svizzero propone un racconto piuttosto surreale preceduto da un breve capitolo, nel quale espone le proprie riflessioni sul motivo dello scrivere (suo personale e universale) e su quanto il mondo d’oggi sia in balia di banali incidenti. Protagonista del racconto è Alfredo Traps, rappresentante di articoli tessili, che sta viaggiando per lavoro in un’indefinita parte della Svizzera, quando la sua automobile, una lussuosa Studebaker, smette di funzionare: inizialmente non dispiace a Traps di passare una notte fuori casa, sperando in qualche piacevole avventura. Riesce così ad essere ospitato per la nottata a casa di un giudice in pensione che, vivendo solo, offre gratuitamente l’alloggio a favore di un poco di compagnia. Il padrone di casa annuncia inoltre che avrà dei colleghi (anche loro pensionati) a cena, con i quali è solito passare il tempo simulando processi storici o, in presenza d’ospiti come Traps, processandoli. Alfredo, per quanto confuso, è gioioso di prendervi parte, per divertirsi anche lui in questo gioco. A cena, tra ottimi piatti e del buon vino, Traps inizia a chiacchierare ed a raccontare di sé nel modo più sincero, rivelando i suoi molti rancori nei confronti del suo ex-principale, un certo Gygax che era casualmente morto poco prima che Traps prendesse il suo posto. Dopo un certo tempo scopre, però, che il processo, in cui lui fa la parte dell’imputato, è già iniziato ed è stato accusato dell’omicidio del suo principale. Scopre anche che c’è regolarmente un avvocato difensore e, soprattutto, un boia nel caso di condanna a morte. Il processo oscilla tra gioco e realtà: mentre gli ospiti diventano sempre più euforici ed iniziano a festeggiare per la strabiliante sincerità dell’imputato, egli, coinvolto dalla situazione, si comporta in modo surreale, giungendo persino a ringraziare il giudice per la definitiva sentenza di condanna a morte. Conclusosi il processo, tutti completamente ubriachi si addormentano. La mattina successiva i pensionati, recandosi nella stanza di Traps, lo trovano impiccato fuori dalla finestra. Il processo si rivela, quindi, in tutta la sua cruda realtà di gioco. « Alfredo, mio caro Alfredo! Ma che cosa ti sei messo in testa, santo cielo? Ci rovini la più bella serata della nostra vita! » (Ultima frase del romanzo) gg