ROMA – AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA A ROMA – ANTEPRIMA IN PRESENZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO DEL FILM “QUALSIASI COSA SUCCEDA” DI ALBERTO NEGRIN SU GIORGIO AMBROSOLI

L’attore interpreta l’avvocato Giorgio Ambrosoli, ucciso a Milano dal sicario di Sindona l’11 luglio 1979, nel film della Rai Qualsiasi cosa succeda di Alberto Negrin, che ha inaugurato il Roma Fiction fest. Ai funerali di Ambrosoli non c’erano rappresentanti delle istituzioni. Ieri sera Napolitano accompagnato dalla moglie Clio (applauditissimo in Auditorium), si è intrattenuto col figlio dell’avvocato Umberto. Il presidente ha definito Ambrosoli “un esempio per l’Italia. È una di quelle persone a cui non si può non essere profondamente grati, come a tutti coloro che non solo hanno combattuto, ma che hanno sacrificato la vita per la legalità e la liberta”. Presenti anche il presidente del Senato Pietro Grasso, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, i vertici Rai dal direttore generale Gubitosi al direttore di RaiFiction Tinny Andreatta. Sul palco il direttore del festival Carlo Freccero, ringraziando Napolitano per la presenza, ha introdotto la presidente della Rai Anna Maria Tarantola che ha lavorato a lungo a Palazzo Koch, ed è stata al fianco di Ambrosoli. E’ commossa: “Sono qui con mio marito, per me è una serata speciale, eravamo amici di Ambrosoli. La sua barbara uccisione è avvenuta qualche giorno dopo che era stato a cena a casa nostra, una cena di persone amiche, avevamo finito di lavorare: era sereno”. Tra il pubblico uno spettatore molto speciale, il maresciallo Silvio Novembre, braccio destro dell’avvocato (per un periodo dormì in auto sotto la sua casa per proteggerlo) .

Il figlio. Umberto Ambrosoli aveva sette anni quando il padre fu ucciso. Ha scritto il libro “Qualunque cosa succeda” (pubblicato da Sironi) che ha ispirato la fiction. “Giorgio è anche il nome del mio primo figlio – ha spiegato – e nel momento in cui ha aperto gli occhi mi sono chiesto come lo avrei accompagnato a conoscere il nonno che non ha mai conosciuto, a spiegarli come fare a restare libero fino in fondo, anche rispetto alle minacce di morte. C’era stato il bellissimo libro di Stajano, “Un eroe borghese” , ma io ho voluto scrivere un libro che non è rivolto a chi ha vissuto gli anni Settanta. Adesso grazie alla fiction tanti conosceranno l’esempio di mio padre e di Novembre, persone che sapevano cos’è giusto fare per il proprio paese, sono esempi che ci fortificano”.