Non è ammissibile che un avvocato venga ucciso impunemente, in un paese dove il presidente è un avvocato” – non le grida quelle parole l’anziano Nikolaj Klion, a capo di un’associazione di giuristi russa, ma le pronuncia quasi sorprendendo se stesso, sotto la pioggerellina battente che nel cimitero di Ostankino scioglie la neve mescolando tutto in una triste fanghiglia. Non più di 150 persone, la maggior parte giornalisti, specie tv, e i poliziotti messi a presiedere il cancello con i cani. Sui quadernini per appunti dei colleghi si squagliano i segni della penna sotto un cielo grigio come mai. Ma si cerca di fissarle, quelle parole che sono un dito puntato contro lo zar russo Medvedev, che nella sua “campagna elettorale” per divenire zar ebbe a dire, promettendo di sanare la piaga: “La Russia è la terra del nihilismo giuridico”. Ma oggi tace sull’accaduto insieme a Putin. Venerdi 23 gennaio a Mosca, funerali di Stanislav Markelov, l’avvocato 34enne cui lunedi 19 qualcuno, in pieno centro della capitale russa a pochi passi dal metro Kropotkinskaja, ha infilato dalle spalle una pallottola in testa, all’uscita da una conferenza stampa dove Stas, in breve, aveva detto: “non mi arrendo”. Non si arrendeva e prometteva ricorso sulla scarcerazione anticipata di Juri Budanov, il colonnello dell’esercito russo che nel 2000 stuprò e poi uccise – lo ha ammesso – la giovane cecena Elza Kungaeva, 18 anni. C’era ancora la guerra, tra Mosca e Grozny. Budanov che era diventato un eroe per molti russi, specie per i gruppi nazionalisti e patriottici – come osa quel giovane avvocato prendere le parti di “loro”, i ceceni, contro di “noi”, dopo una guerra civile così feroce? Si ascoltava nelle campagne condotte a favore dell’ufficiale in alcuni settori della società russa. Ome se si parlasse di due paesi diversi. Con Markelov quel lunedi c’era Anastasia Baburova, giovane giornalista ancora iscritta all’università, solo 25 anni ma il coraggio nelle vene, se come pare, è morta anche lei, cercando di fermare l’assassino che fuggiva, mentre tutti i presenti fuggivano terrorizzati, fingevano di non vedere. Aveva appena iniziato uno stage a Novaya Gazeta, Stasia – il giornale di Anna Politkovskaja.

Allegati:
Russia.docx – 20,70 Kb